Lingua 

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Il cimbro dei XIII Comuni, chiamato a Giazza Tauc, è il dialetto germanico giunto nell'area dell'altopiano della Lessinia con l'insediamento, a partire con certezza dal . XII secolo, di coloni provenienti dai VII Comuni e da altre aree di lingua tedesca a cavallo delle Alpi. Il Tauc, linguisticamente riconducibile al medio alto tedesco parlato in Tirolo e Bavie-ta dal XI secolo, segui l'estensione dell'insediamento cimbro sull'Altopiano della Lessinia, lasciando numerose tracce nella toponomastica, fino alla sua massima espansione, nel XVII secolo. Da quel momento la parlata viva, diffusa nei comuni cimbri di San Mauro di Saline, Tavernole, Cerro, Chiesanuova, Erbezzo, Campo Silvano, Val di Porro, Roveré e Badia Calavena andò scomparendo. Nei territori più orientali, tuttavia, il cimbro resistette: ancora a fine '8o0 si parlava nel territorio di Velo, Selva di Progno e San Bortolo. Nel corso di questi secoli di espansione e contrazione, la lingua ha subito evoluzioni e mutamenti dovuti a fattori ambientali e socioeconomici. Il contatto con le circostanti parlate romanze (italiano, dialetti veneti e trentini), ha introdotto nel cimbro moltissimi prestiti: in particolare i termini per i nuovi alimenti importati dalle Americhe nel '5oo, utensili della casa, attrezzi e molte altre voci legate al progresso tecnologico. Iz tauciaz gareida, la "parlata tedesca", si può ancora ascoltare dalla voce degli ultimi parlanti madrelingua nel solo territorio di Giazza. A tutela di questa lingua di minoranza vi sono due associazioni culturali, il Curatorium Cimbricum Veronense e De Zimbar 'un Ljetzan, che promuovono l'uso e lo studio della lingua attraverso corsi, interviste ai madrelingua e altre iniziative culturali, nello sforzo di mantenere viva questa antica parlata.

Dizionario Cimbro dei 13 comuni 

A questo link si può trovare il dizionario dell'antica lingua cimbra dei 13 comuni veronesi

https://www.sigfridocorradi.net/dizionariocimbro/

Il dizionario del cimbro 'franco' dei XIII comuni veronesi di Bruno Corradi 

Il 'dizionario cimbro del cimbro dei XIII comuni' assomiglia un po' al suo autore, Bruno Corradi, cimbro di Rovere', l'antico comune dal quale iniziò ufficialmente il 7 febbraio del 1287 la distribuzione di terre ai Cimbri in Lessinia. Innanzi tutto è ostinato, perché, come il Bruno che ci lavora da dieci annisenza internet, questo dizionario è finora l'unico dizionario italiano del cimbro dei XIII che ha varcato la soglia del web. Poi è eclettico, come l'autore che ha fatto (e fa tutt'oggi) nella vita tanti mestieri: il dizionario contiene infatti parole dei dialetti della Lessinia, voci tedesche, forme delle altre varietà cimbre presentate con una libertà che sfida continuamente l'atteggiamento puristico spesso tipico degli ultimi parlanti (meglio sarebbe dire conoscitori) delle lingue minoritarie. Ne esce, come lo chiama l'autore, un 'cimbro franco' che dovrebbe consentire all'antica parlata germanica dei Lessini di esprimere la modernità. E' l'autore stesso il primo a riconoscere che il suo dizionario è un collettore di parole in continuo aggiornamento e bisognoso che altri vi ponga mano per migliorarlo e conferirgli una veste più scientifica. Il suo dizionario infatti è un lavoro artigianale, come è artigiano del legno e del ferro (e Dio sa di cos'altro) Bruno Corradi, che con la sua quinta elementare non si è tirato indietro di fronte ad un compito così arduo. Si esprime da artigiano, infatti, quando spiega il senso profondo della sua operazione: come un geometra conserva i pezzi di un antico edificio inglobandoli dentro una struttura moderna, così lui ha tentato di fare con il cimbro, del quale ha cercato di conservare le vestigia all'interno della lingua composita, moderna ed inclusiva proposta nel suo dizionario. Con quali risultati si può discutere, ma con quali coraggio e passione no. (Nicoletta Dal Lago) 

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